Dio è il punto di contatto tra lo zero e l'infinito.
Il corpo è un veicolo tanto più necessario dato che sostiene gli abiti, e con gli abiti, le tasche.
La morte non è che per i mediocri.
L'amore è un atto senza importanza, dal momento che si può farlo all'infinito.
Il consenso universale è già un pregiudizio.
L'indisciplina cieca e di ogni attimo è la forza principale degli uomini liberi.
L'intolleranza è unicamente essenziale al monoteismo: un dio unico è, per la sua natura, un dio geloso, che non soffre l'esistenza di alcun altro dio.
Quando si incontra Dio, la prima scoperta è l'insignificanza di tutte le cose che anche oggi i cristiani, esclusi ovviamente i santi, prendono così ridicolmente sul serio.
"Dio stesso non può sussistere senza uomini saggi" ha detto Lutero, e a buon diritto; ma "ancora meno può Dio sussistere senza uomini non saggi" questo il buon Lutero non l'ha detto!
Tutto il mondo non può contentare il nostro cuore; solo Dio lo contenta.
Dio è presente nel cuore di tutti, se non come presenza, almeno come nostalgia.
Se dio avesse voluto che credessimo in lui sarebbe esistito.
Dio non spiega niente, questa è la sua forza. D'altronde si ricorre a lui solo quando non si osa affrontare una realtà e ci si rifugia in una scappatoia. Lui è questa scappatoia.
Guardate l'umiltà di Dio, e aprite davanti a Lui i vostri cuori; umiliatevi anche voi, perché Egli vi esalti. Nulla, dunque, di voi tenete per voi, affinché vi accolga tutti Colui che a voi si dà tutto.
Quando cerchi Dio, Dio è lo sguardo dei tuoi occhi.
Dio, dice San Paolo, lo vediamo qui in terra per riflesso e per enigma. Dopo morte lo vedremo sul serio.