Egoismo. Padre di tutte le virtù.
Merito (s.m.). Le qualità che dimostrano il nostro buon diritto a ottenere ciò che qualcun altro si prende.
Intelligenza: Nella nostra civiltà, e nella nostra forma di governo repubblicano, l'intelligenza è tenuta in così alta considerazione che la si esonera automaticamente dal peso di qualsiasi pubblico ufficio.
Dovere. Ciò che ci spinge inflessibilmente in direzione del profitto, lungo la via del desiderio.
Il sapere è quella parte della nostra ignoranza che abbiamo ordinata e classificata.
Follia: Quel dono e facoltà divina la cui creativa e sovrana energia ispira la mente dell'uomo, guida le sue azioni e adorna la sua vita.
L'egoismo teoretico possiede la coerenza della pura follia; esso non abbisogna di confutazione - che è impossibile - bensì di cure.
Il nostro egoismo è un bello strumento per gettarci polvere negli occhi in modo piacevole.
Tutti si scagliano contro l'egoismo come se fosse possibile sopravvivere senza. Da biasimare è solo il suo eccesso.
Oggi chi conoscendo ed avendo sperimentato il mondo, non è divenuto egoista, se ha niente niente di senso e d'ingegno, non può esser divenuto che misantropo.
Gli egoisti sono poveri maestri nell'arte di godere, ignorando la gioia del dare e del darsi.
La malattia tornerà nel corpo se l'anima è malata; poiché i peccati della mente sono la causa segreta dei peccati del corpo. Allo stesso modo la povertà e le preoccupazioni torneranno sempre nell'uomo, finché la specie umana resterà sottomessa all'egoismo.
L'egoismo è una forma di avidità. Come ogni forma di avidità, è insaziabile, per cui non c'è mai una vera soddisfazione.
Siamo in un'epoca di egoismi senza individualità, e forse appunto per questo non si è inneggiato mai così forte al collettivismo.
Non c'è vera felicità nell'egoismo.
L'egoismo ispira un tale orrore che abbiano inventato le buone maniere per nasconderlo, ma traspare attraverso tutti i veli e si tradisce in ogni occasione.