Il messaggio mette al centro il valore della fedeltà a se stessi, anche a costo di suscitare rifiuto, incomprensione o ostilità. Viene affermata la superiorità dell’autenticità rispetto a qualunque forma di consenso ottenuto attraverso la maschera o la finzione. Essere se stessi, con limiti, difetti e incoerenze, significa accettare la vulnerabilità di non piacere a tutti, ma permette di avere relazioni fondate su una base reale. Al contrario, il consenso ottenuto recitando un ruolo è fragile, perché non riguarda la propria vera identità, ma una costruzione fatta per compiacere gli altri. Emergono così due livelli di responsabilità: verso se stessi e verso gli altri. Verso se stessi, implica il coraggio di non tradire la propria natura pur di essere accettati. Verso gli altri, significa non ingannarli con un’immagine artefatta. Il riconoscimento autentico, anche se meno numeroso o meno entusiasta, ha un valore incomparabile rispetto all’approvazione ottenuta tramite l’adattamento servile. In ultima analisi, la dignità personale viene posta al di sopra del bisogno di piacere, e la verità di ciò che si è viene considerata un bene più grande di qualunque affetto fondato su un’illusione.