Aver fede significa credere in qualcosa che non siamo in grado di provare.
Fede non è altro che credere con openione ferma, e quasi certezza le cose che non sono ragionevole, o, se sono ragionevole, crederle con più resoluzione che non persuadono le ragione.
Bisognerebbe poter distinguere coloro che si convertirono molto presto, quando l'adesione alla nuova fede era ancora un'avventura eroica, dal gregge che seguì il movimento quando già lo Stato l'approvava dall'alto.
È un'estensione dello spirito, un potere inverso oltre che infinito. Negare la fede è confutare se stessi e lo spirito che genera tutte le nostre forze creative.
Segui la tua fede e l'universo aprirà per te delle porte dove c'erano solo muri.
Quante cose soltanto ieri ci servivano da articoli di fede, che oggi consideriamo soltanto favole?
Noi ci limitiamo ad analizzare Gesù dal punto di vista storico, al pari di Alessandro Magno o Giulio Cesare, altre grandi figure che hanno cambiato il corso degli eventi: se davanti a questo la fede barcolla, povera fede.
Il dubbio non è l'opposto della fede; è un elemento della fede.
La fede incapace di ridere di sé stessa deve dubitare della propria autenticità.
La fede è certa, più certa di ogni conoscenza umana, perché si fonda sulla Parola stessa di Dio, il quale non può mentire.
Siate come l'uccello posato per un attimo su rami troppo fragili, che sente la fronda piegarsi e canta, tuttavia, sapendo di avere le ali.