I misantropi sono uomini dotati di buona memoria.
Ridi della così detta spontaneità. Non c'è erba più spontanea dell'ortica. Spontaneamente saremmo tutti cannibali.
Chi tace è, rispetto a chi parla, nella stessa condizione di superiorità di chi è seduto e guarda passare chi cammina.
Vivi, e lascia rubare.
Da noi, chi segue con lo sguardo il volo leggiadro dell'allodola, si precipita sulla doppietta. Conosce l'animale soltanto colui che la stermina.
La vita è come la bicicletta; sta su perché va.
Il misantropo è colui che rimprovera agli uomini di essere ciò che egli è.
Chi comunica dopo cogli uomini, rade volte è misantropo. Veri misantropi non si trovano nella solitudine, ma nel mondo: perché l'uso pratico della vita, e non già la filosofia, è quello che fa odiare gli uomini. E se uno che sia tale, si ritira dalla società, perde nel ritiro la misantropia.
Il misantropo è sicuro di non avere nulla da spartire col prossimo, salvo l'odio.
C'è l'infelice che possiamo definire astratto. Egli è infelice e basta. C'è il più infelice che odia se stesso. Infine c'è l'infelice assoluto che odia immediatamente se stesso e mediatamente l'altro. Costui è il misantropo.
Il misantropo non odia gli altri quanto sé stesso.
Chi pratica poco cogli uomini, difficilmente è misantropo. I veri misantropi non si trovano nella solitudine, si trovano nel mondo. Lodan quella, sì bene; ma vivono in questo. E se un che sia tale si ritira dal mondo, perde la misantropia nella solitudine.
I misantropi sono onesti; per questo sono misantropi.
L'idea è raggiungibile solo in uno stato di misantropia. Il misantropo non vede più l'uomo, la cui carne detesta, ma l'Idea dell'uomo.
I più alti spiriti, se così dobbiamo chiamarli, sono stati misantropi e misologi.