Soffrire significa non poter mangiare né dormire, altrimenti è letteratura.— Anselmo Bucci
Soffrire significa non poter mangiare né dormire, altrimenti è letteratura.
Da noi, chi segue con lo sguardo il volo leggiadro dell'allodola, si precipita sulla doppietta. Conosce l'animale soltanto colui che la stermina.
Non c'è successo senza infamia.
L'Universo mi sembra la creazione di un umorista che abbia passato i limiti.
La vita è come la bicicletta; sta su perché va.
La coppa della sofferenza non ha la stessa misura per tutti.
Il piacere è spesso un visitatore; ma la sofferenza si attacca crudelmente e lungamente a noi.
Quando si soffre, si crede che di là dal cerchio esista la felicità; quando NON si soffre si sa che questa non esiste, e si soffre allora di soffrire perché non si soffre nulla.
Un'unica cosa insegno: la sofferenza e la distruzione della sofferenza.
Ormai sono abituato a soffrire, e forse ne ho la necessità.
Il niente è da preferirsi al soffrire? Io perfino nelle pause in cui piango sui miei fallimenti, le mie delusioni, i miei strazi, concludo che soffrire sia da preferirsi al niente.
La gente di solito si rifugia nel futuro per sfuggire alle proprie sofferenze. Traccia una linea immaginaria sulla traiettoria del tempo, al di là della quale le sue sofferenze di oggi cessano di esistere.
Il mondo è pieno di sofferenze ma è altrettanto pieno di persone che le hanno superate.
Noi ci consoliamo delle sofferenze della vita pensando alla morte, e della morte pensando alle sofferenze della vita.
La sofferenza è l'elemento positivo di questo mondo, è anzi l'unico legame fra questo mondo e il positivo.