Se nessuno crede più in Dio, tutti credono sempre più nell'uomo.— Antonin Artaud
Se nessuno crede più in Dio, tutti credono sempre più nell'uomo.
In ogni poesia vi è una contraddizione essenziale. La poesia è molteplicità triturata e che restituisce fiamme.
Non si ama senza la volontà, la quale passa attraverso la coscienza; è la coscienza della separazione consentita che ci conduce al distacco dalle cose, che ci riconduce all'unità di Dio.
La psichiatria non è più che un consesso di gorilla loro stessi ossessionati e perseguitati, e che hanno, come palliativo agli stati più spaventosi dell'angoscia e del soffocamento umani, soltanto una terminologia ridicola, degno prodotto dei loro cervelli tarati.
Per noi, i civilizzati siamo noi stessi, e tutto il resto, ciò che dà la misura della nostra universale ignoranza, s'identifica con la barbarie.
Il pubblico, anche se ritiene vero ciò che è falso, ha il senso del vero e risponde sempre quando glielo si presenta. Oggi però non è più sulla scena che dobbiamo cercare il vero, ma per strada.
L'eterno entra nel tempo, il tutto in un frammento, Dio assume il volto dell'uomo.
Dio per me non è neanche un'ipotesi.
Mi è stato più facile pensare un mondo senza creatore, che un creatore pieno di tutte le contraddizioni del mondo.
Dio creò il primo giardino e Caino la prima città.
Uno solo è dio, sommo tra gli dèi e gli uomini, né per figura simile ai mortali, né per pensiero.
Quando Dio tace, gli si può far dire quello che si vuole.
Vivere senza Dio è un rompicapo e un tormento. L'uomo non può vivere senza inginocchiarsi davanti a qualcosa. Se l'uomo rifiuta Dio, si inginocchia davanti ad un idolo.
Se Dio esiste, non c'è bisogno di crederci. Se ci si crede, vuole dire che l'evidenza del suo esistere è morta.
L'uomo è miserabile senza Dio? Possibile, ma l'uomo con Dio è un miserabile.
Dio fu un errore. Ma è difficile stabilire se fu commesso troppo presto o troppo tardi.