Un buon giornale è una nazione che parla a se stessa.— Arthur Miller
Un buon giornale è una nazione che parla a se stessa.
Arriva un momento in cui realizzi che non ti sei semplicemente specializzato in qualcosa: qualcosa si è specializzato in te.
Non si può afferrare lo spirito di un bambino rincorrendolo; ci si deve parare innanzi e amarlo per quello che presto darà in cambio.
Non batterti mai lealmente con un estraneo, ragazzo: non ti tirerai mai fuori dalla giungla a quel modo.
Senza alienazione, non ci può essere politica.
Senza alienazione non potrebbe esserci la politica.
Nel giornale si trova tutto. Basta leggerlo con sufficiente odio.
Buona parte del giornalismo rock è gente che non sa scrivere, che intervista gente che non sa parlare, per gente che non sa leggere.
Il giornalismo è un viaggio all'esterno di se, i libri sono un viaggio dentro di se.
Il giornalismo è anche dominato dagli eventi. È dominato giustamente dalle notizie. Spesso si ritorna a parlare di una situazione, di un Paese, di un'emergenza, grazie o in conseguenza di una notizia, di un episodio.
I giornali arrivavano con tale ritardo che, più che notizie, portavano storia.
Forse per questo tanti giornalisti diventano arroganti e presuntuosi da vecchi: per le umiliazioni che hanno dovuto ingoiare all'inizio del mestiere.
I buoni giornalisti scrivono ciò che pensano; i migliori quello che dovrebbero pensare i loro lettori.
Bisogna imparare a stare da soli: senza telefonino, senza computer, senza musica, senza televisione, senza messaggini, senza giornali e riviste, almeno per un'ora o qualche ora al giorno. Imparare a pensare, da soli.
Editorialista: il dovere di un editorialista è quello di dire la verità. Il suo mestiere è di far credere che la conosce.
Io non amo la stampa. Non ho simpatia per la superficialità ed inesattezza.