Alla fine tutti quanti siamo e restiamo soli.
Si può paragonare la società a un fuoco, con cui il saggio si riscalda, a debita distanza, senza peraltro giungere a toccarlo, come ha fatto lo stolto, il quale, dopo essersi bruciato, fugge nel freddo della solitudine, e si lamenta perché il fuoco brucia.
Provare invidia è umano, assaporare la gioia per il danno altrui è diabolico.
Il pubblico è così stupido, che preferisce leggere le cose nuove che non le buone.
I veri grandi spiriti costruiscono, come le aquile, i loro nidi a grandi altezze, nella solitudine.
Tutte le donne, con rare eccezioni, sono inclini allo sperpero. Perciò ogni patrimonio, a parte i rari casi in cui l'abbiano acquistato esse stesse, dovrebbe essere messo al sicuro dalla loro stoltezza.
Come si troverebbero bene certe persone se si staccassero da sé stesse! E invece si opprimono, si affliggono, si guastano, si spaventano, tutto da soli.
Sono nato in una casa con 17 persone. Ecco perché ho questo senso della comunità assai spiccato. Ecco perché quando ci sono meno di 15 persone mi colgono violenti attacchi di solitudine.
Fu quella sera che scoprii che quasi tutte le creature che consideriamo malvagie o cattive, sono semplicemente sole. E magari mancano un po' di buone maniere.
La notte rimuove l'abituale sensazione di una vita comunitaria; quando non brilla luce, né si ode più voce umana, chi ancora veglia prova un senso di solitudine, e si vede isolato e affidato a se stesso.
Appartengo ad una generazione perduta, e mi ritrovo soltanto quando assisto in compagnia alla solitudine dei miei simili.
Impossibile ritrovare la mia solitudine, dopo che se ne fu andata, o sfuggire al suo strano profumo.
Stare con tante donne alla fine è solo un buon metodo per stare soli.
Ciò che uno può essere per un altro ha i suoi limiti, e sono assai stretti: alla fine, ognuno si ritrova solo, e a quel punto ciò che conta è questo: chi sia, allora, a essere solo.
La vera, devastante solitudine non è di chi è solo da solo con se stesso, ma di chi è in due e dispera di poter essere di nuovo solo da solo.
Il solitario vive in compagnia di Dio, e Dio gli tiene compagnia incessantemente.
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