Quello di cui ho paura non è la morte, ma la solitudine.

August Strindberg
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La nostra interpretazione

L'aforisma di August Strindberg esplora la profonda angoscia dell'essere umano davanti alla prospettiva non tanto del finire, ma piuttosto dello stare senza compagnia. Il pensiero che l'unica certezza della vita potrebbe essere quella di rimanervi soli risveglia un timore più radicale e inquietante: la paura dell'assenza di connessione umana. Strindberg sembra suggerire una riflessione sulla natura essenziale del legame sociale, mettendo luce su come le relazioni con gli altri siano tanto vitali da rendere persino meno tremenda un'altra certezza inevitabile della vita: la morte. Questo aforisma invita il lettore ad interrogarsi sul valore e sulla necessità di costruire legami forti, non solo per affrontare le sfide quotidiane ma anche come protezione contro l'angoscia dell'esistenza isolata.

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