La solitudine è la dieta dell'anima, disse sensatamente non so chi.
Avviene assai volte, che moltiplicando i mezzi per arrivare ad un medesimo fine ci si arrivi più difficilmente.
Il mondo è una scena che i filosofi ne fanno vedere di giorno, e si suol vederla illuminata di notte.
Il solo frutto che gli uomini cavano dalla ignoranza è che possono essere superbi.
I filosofi non sono meno fastidiosi, e niente meno da temere dei gelosi; con quel loro volere guardare le cose tanto per sottile, gli uni cercano di distruggere la virtù, e gli altri la bellezza.
Qualunque cosa tentiamo, qualunque cosa facciamo, qualunque sia lo slancio del nostro cuore, l'appello delle nostre labbra e la stretta delle nostre braccia, siamo sempre soli.
È la puzza della solitudine quella che allontana gli altri. L'odore dolciastro e repellente del vittimismo di chi si sente perpetuamente inferiore.
Bisogna imparare a stare soli, solo così si può imparare a stare con gli altri, altrimenti ci stai perché ne hai bisogno. Bisogna fare a scuola un'ora di insegnamento alla solitudine, imparare a bastarsi.
La solitudine è impraticabile e la società fatale. Dobbiamo tenere la testa nell'una e le mani nell'altra.
La solitudine o ci fa ritrovare o ci fa perdere noi stessi.
La solitudine come verifica del proprio valore.
La solitudine è il campo da gioco di satana.
Alla mia età ho fatto il callo alla solitudine. Una solitudine, però, molto relativa, perché il lavoro riesce a riempire completamente la mia esistenza.
Se tu sarai solo, tu sarai tutto tuo.
La solitudine è il teatro dei risentimenti.