Nel mondo non si ha altra scelta che quella tra la solitudine e la volgarità.
Per riuscire a cavarsela nel mondo, è opportuno fare una grande provvista di cautela e di indulgenza: con la prima ci si difende dai danni e dalle perdite, con la seconda dalle contese e dalle liti.
Le menti scadenti sono la regola, le buone l'eccezione, le eminenti rarissime e il genio un miracolo.
A mitigare la miseria umana, il mezzo più efficace sarebbe la diminuzione, anzi l'abolizione, del lusso.
L'uomo è l'unico animale che provoca sofferenza agli altri senza altro scopo che la sofferenza come tale.
Coloro che sperano di diventare filosofi studiando la storia della filosofia dovrebbero, piuttosto, ricevere da essa l'idea che filosofi si nasce proprio come avviene per i poeti, anzi assai più di rado.
Nella scelta dei loro balocchi gli uomini sono irrazionali come i bambini.
Si deve essere sé stessi, fare le proprie scelte morali... anche quando richiedono vero coraggio. Altrimenti si è come robot, o lucertole.
C'è il momento in cui ogni scelta diventa irreversibile.
Fra imbecilli che vogliono cambiare tutto e mascalzoni che non vogliono cambiare niente, com'è difficile scegliere!
A ogni essere umano è stata donata una grande virtù: la capacità di scegliere. Chi non la utilizza, la trasforma in una maledizione e altri sceglieranno per lui.
Al di la del bene e del male andava bene in teoria, ma poi per vivere bisognava scegliere.
Ove c'è raziocinio c'è scelta, ove c'è scelta c'è libertà.
Le scelte si fanno in pochi secondi e si scontano per il tempo restante.
La scelta ci fa paura, ed è potenzialmente eterna. È nelle mani della generazione attuale: una decisione a cui non possiamo sottrarci, e una scelta di cui ci pentiremo o ci rallegreremo per tutte le generazioni future.
La vita è piena di scelte, ma a te non ne viene data alcuna!
La vita del puntuale è un inferno di solitudini immeritate.
Se temi la solitudine non cercare di essere giusto.
Si può acquistare tutto nella solitudine, eccetto un carattere.
Si parla spesso del valore educativo della solitudine. Se ne parla però sempre con gli altri.
La solitudine è la libertà completa.
Quando le orbite dei nostri satelliti per caso si incrociano, le nostre facce si incontrano. E forse, chissà, anche le nostre anime vengono a contatto. Ma questo non dura che un attimo. Un istante dopo, ci ritroviamo ognuna nella propria assoluta solitudine.
La solitudine è uno spazio così vasto che, alle volte, si prova invidia per chi urta sempre contro i soliti, vecchi spigoli.
Il solitario vive in compagnia di Dio, e Dio gli tiene compagnia incessantemente.
Ho sempre amato la solitudine, una caratteristica che tende ad accentuarsi con l'età.
La solitudine è la sorte di tutti gli spiriti eminenti: talvolta essi ne sospireranno, ma la sceglieranno sempre come il minore di due mali.
Esistono in tutto due generi di scherzo: uno volgare, violento, vergognoso e osceno, e un altro elegante, urbano, ingegnoso e fine. Di questo secondo tipo sono intrisi non solo il nostro Plauto e la Commedia greca antica, ma anche i libri dei filosofi socratici.
L'uomo volgare agisce come tutti e non va d'accordo con nessuno.
Io, è vero, sono volgare. Ma vi giuro che la mia musica non lo è. Allora, c'è un servitore a terra, in ginocchio. E lo sa perché? Non perché vi è costretto, no! Sta solo misurando lo spazio. Sa per cosa? Il letto. Il suo letto nunziale. Per vedere se ci sta! Ah! Ah! Ah!
Non farmi mai cadere nell'errore volgare d'immaginarmi di essere perseguitato quando sono contraddetto.
È esatto dire che, in mezzo ai bassi interessi del denaro e alla scolorita freddezza dei pensieri volgari che riempiono la nostra vita, le azioni ispirate da una vera passione mancano raramente di produrre il loro effetto, quasi che una divinità propizia si desse premura di condurle per mano.
Rifuggi sempre dalla volgarità: come l'ebrezza è resa volgare dall'ubriachezza, così ogni atto nostro può essere talvolta reso volgare anche dalla sola intenzione.
Gli amici volgari stanno insieme più nel divertimento che nella gioia dell'animo; così, quando si separano, restano tristi. Gli amici virtuosi stanno insieme più nella gioia dell'animo che nel divertimento; così, quando si separano, non hanno di che pentirsi.
Alta cultura e cultura di massa si ricongiungono, l'una per il suo aristocraticismo volgare, l'altra per la sua volgarità assetata di riconoscimento sociale.
Io dico, e credo, e facile mi sarebbe il provare; che il libro è e deve essere la quintessenza del suo scrittore e che se non è tale, egli sarà cattivo, debole, volgare, di poca vita e di effetto nessuno.
Alcune persone pensano che il lusso sia l'opposto della povertà. Non lo è. È l'opposto della volgarità.
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