Chi ama la verità odia gli dèi, al singolare come al plurale.
Tu puoi costantemente osservare che la fede e la scienza si mantengono come i due piattelli di una bilancia: quanto più l'uno s'innalza, tanto più l'altro si abbassa.
La lontananza che rimpicciolisce gli oggetti all'occhio li ingrandisce al pensiero.
Nessun essere, eccetto l'uomo, si stupisce della propria esistenza, per tutti gli animali essa è una cosa che si intuisce per se stessa, nessuno vi fa caso.
Ogni separazione ci fa pregustare la morte. Ogni riunione ci fa pregustare la risurrezione.
Come il mondo è da un lato, in tutto e per tutto, rappresentazione, così dall'altro, in tutto e per tutto, volontà.
Non sono da temere gli dèi; non è cosa di cui si debba stare in sospetto la morte; il bene è facile a procurarsi; facile a tollerarsi il male.
È conveniente che esistano gli dei, e, siccome è conveniente, lasciateci credere che esistano.
Sugli dèi, dì solo: sono.
Dagli dèi, dobbiamo imparare perlomeno una virtù: la discrezione. Essi si comportano in ogni caso come se non esistessero.
Non è vero che fin dal principio gli dèi hanno svelato tutto ai mortali, ma gli uomini stessi, cercando, col tempo trovano ciò che è meglio.
Preferirei sentir parlare di un barbone americano vivo piuttosto che di un dio greco morto.
Gli dèi sono l'incarnazione di quello che non potremo mai essere.
Gli dei muoiono, ma dalle loro ceneri altri dei nascono.
Ci siano o no gli dèi, di essi siamo servi.
Gli uomini creano gli dèi a propria immagine, non solo riguardo alla loro forma, ma anche al loro modo di vivere.