La guerra è come l'amore, trova sempre il suo fine.
Piaceri: il primo sguardo dalla finestra al mattino, il vecchio libro ritrovato, volti entusiasti, neve, il mutare delle stagioni, il giornale, la dialettica, fare la doccia, nuotare, musica antica, capire, musica moderna, scrivere, viaggiare, cantare, essere gentili.
Di tutte le cose sicure la più certa è il dubbio.
Esitare va benissimo, se poi fai quello che devi fare.
La sfortuna generalmente è dovuta a un errore di calcolo.
La guerra sta all'uomo come la maternità alle donne.
La guerra consente di liberare, legittimamente, l'aggressività naturale, e vitale, che è in ciascuno di noi. È evasione dal frustrante tran tran quotidiano, dalla noia, dal senso di inutilità e di vuoto che, soprattutto nelle società opulente, ci prende alla gola.
La guerra vera non comparirà mai nei libri.
In guerra come in amore per venire a termine bisogna avvicinarsi.
Più che una fine della guerra, vogliamo la fine dei principi di tutte le guerre.
Facciamo la guerra per poter vivere in pace.
La guerra fra i sessi è l'unico tipo di guerra in cui i nemici dormono regolarmente insieme.
Tutto è sempre possibile, anche la guerra, che ci sembra impensabile e che la nostra cultura si illudeva di aver superato e aveva invece soltanto rimosso.
L'inizio di ogni guerra è come aprire la porta su una stanza buia. Non si sa mai che cosa possa esserci nascosto nel buio.
Fra le armi tacciono le leggi.