Cos'è proprio del sapiente? quando può nuocere, non volerlo.— Biante
Cos'è proprio del sapiente? quando può nuocere, non volerlo.
Chi è ricco? Chi nulla desidera. Chi è povero? L'avaro.
Bisogna amare gli amici come se un giorno si dovessero odiare.
Non intraprendete nulla inconsideratamente; ma quando avrete determinato di fare qualcosa, eseguitela con calore.
Qual è l'animale più pericoloso? Tra gli animali feroci il Tiranno; tra gli animali domestici l'adulatore.
Sugli dèi, dì solo: sono.
La sapienza procura a chi la coltiva il godimento dei veri beni; essa sola dovrebb'essere lo scopo de' nostri voti, ma le passioni la contrariano, i vìzi la maltrattano, e tutti gli aditi le sono chiusi.
Il sapiente che non è in grado di giovare a se stesso, inutilmente sa.
Il sapiente non è soggetto ad alcuna offesa; pertanto non importa quante frecce siano scagliate contro di lui, dal momento che è del tutto invulnerabile.
La sapienza è figliola dell'esperienza.
L'autentica sapienza risiede principalmente nel sapere insegnare agli altri avendo l'aria di non insegnare affatto, proponendo anche le cose che gli altri non sanno come se le avessero soltanto dimenticate, proponendole dunque nel linguaggio che sanno, trasparente e piano.
A volte la sapienza più grande consiste nel non sapere o nel fingere di non sapere.
Non deviare dalla natura ed il formarci sulle sue leggi e sui suoi esempi, è sapienza.
Nessuna conoscenza, se pur eccellente e salutare, mi darà gioia se la apprenderò per me solo. Se mi si concedesse la sapienza con questa limitazione, di tenerla chiusa in me, rinunciando a diffonderla, la rifiuterei.
Nella grande sapienza c'è grande dolore, chi aumenta il proprio sapere, aumenta il proprio dolore.
Chi aumenta sapienza, aumenta dolore.