La sapienza è figliola dell'esperienza.
L'omo ha desiderio d'intendere se la femmina è cedibile alla dimandata lussuria, e intendendo di sì e come ell'ha desiderio dell'omo, elli la richiede e mette in opera il suo desiderio, e intender nol pò se non confessa, e confessando fotte.
Sì come ogni regno in sé diviso è disfatto, così ogni ingegno diviso in diversi studi si confonde e indebolisce.
Chi non punisce il male comanda che lo si faccia.
Il mezzo più efficace di ottener fama è quello di far credere al mondo di esser già famoso.
Siccome l'animosità è pericolo di vita, così la paura è la sicurtà di quella.
A volte la sapienza più grande consiste nel non sapere o nel fingere di non sapere.
Esiste una sola sapienza: riconoscere l'intelligenza che governa tutte le cose attraverso tutte le cose.
Non si vuol credere se non a ciò che si comprende con la propria umana sapienza, a ciò che rientra nelle proprie categorie anche le più sublimi: ciò che le oltrepassa, la sapienza di Dio, appare irrazionale.
Fate il bene per se medesimo, senz'alcun motivo d'interesse personale; vi sarà resa la giustizia che meritate, godrete senza contrasto della reputazione di virtù e di sapienza, che si forma da se medesima in favore di quelli che così si governano senza parere di ambirla.
Nella grande sapienza c'è grande dolore, chi aumenta il proprio sapere, aumenta il proprio dolore.
Nessuno mai condannò la sapienza alla povertà.
La sapienza è figlia dell'esperienza.
La sapienza ha dunque tre dimore: la prima inedificata, eterna, perché è essa stessa la sede dell'eternità; la seconda, sua primogenita, è questo mondo visibile; la terza, sua secondogenita, è l'anima dell'uomo.
Il sapiente non è soggetto ad alcuna offesa; pertanto non importa quante frecce siano scagliate contro di lui, dal momento che è del tutto invulnerabile.
Per chi ascolta non me, ma il lógos, sapienza è intuire che tutte le cose sono Uno, e l'Uno è tutte le cose.