La pigrizia è la ruggine della bellezza, la distrazione è la ruggine del guardiano.— Buddha
La pigrizia è la ruggine della bellezza, la distrazione è la ruggine del guardiano.
Coloro che controllano il pensiero, che viaggia lontano, che cammina solo, incorporeo, che alloggia nella caverna del cuore, costoro si liberano dai vincoli dell'illusione.
La vittoria alimenta inimicizia, perché chi è vinto giace dolente. Chi ha abbandonato vittoria e sconfitta, costui ristà tranquillo e felice.
È più importante impedire ad un animale di soffrire, piuttosto che restare seduti a contemplare i mali dell'universo pregando in compagnia dei sacerdoti.
Domandarono al Buddha perché i suoi discepoli sembrassero sempre così allegri; la sua risposta fu: Non rimpiangono il passato né si preoccupano del futuro; vivono nel presente, ecco perché sono gioiosi.
L'uomo di poco sapere invecchia come un bove. Crescono le sue carni, ma non cresce la saggezza.
Dirò insomma, ch'in lei dal capo al piede, quant'esser può beltà, tutta si vede.
La bellezza nasce degli occhi dell'uomo, ma lo sguardo dell'uomo nasce della natura.
Chiedete al rospo che cosa sia la bellezza e vi risponderà che è la femmina del rospo.
Il bello ha l'aria facile, ed è proprio la cosa che il pubblico disprezza.
La bellezza non è nel viso. La bellezza è nella luce nel cuore.
La bellezza è un bene fragile.
La saggezza è il riassunto del passato, ma la bellezza è la promessa del futuro.
Ché la Bellezza, odimi bene, Fedro, la Bellezza soltanto è divina e visibile a un tempo, ed è per questo che essa è la via al sensibile, è, piccolo Fedro, la via che mena l'artista allo spirito.
Passa la bellezza, come profumo all'aria, e il suo ricordo sarà un rimpianto. Dura invece la bontà, come l'incenso nel chiuso tabernacolo, la carità fatta non invecchia mai, ed è sempre sorella alla carità da farsi.
L'arte e la cultura rimandano ad un concetto di bellezza che serve a fornire all'uomo strumenti migliori per la convivenza sociale e civile.