Chi vuol riposare, lavori.— Carlo Dossi
Chi vuol riposare, lavori.
Alle volte, coi libri di teologia e di filosofia, si fa una strenua fatica per capire che quanto si arriva a capire non valeva la pena di esser capito.
Di molte cose pare che non si possa far senza: poi quando si perdono o loro si rinuncia, ci accorgiamo che si può far senza benissimo anche di esse. E così dovrebbe essere anche per la vita che sembra, a chi la possiede, indispensabile.
Le donne sono tante serrature in cerca di una chiave.
Vi ha un giorno nell'anno in cui il vae soli della Bibbia ci è in viso buttato, come ingiuria, dalla rossa vampa del caminetto e ci soffia gelato alle orecchie, come minaccia, dalla terra nevata. È il Natale.
A molti non mancano che i denari per essere onesti.
Se il riposo non è un po' ancora lavoro, è subito noia.
Gli uomini di fatica, di affari, di pensieri, nello stato di riposo, su una spiaggia, per esempio, sembrano di quelle belve in cattività dei giardini zoologici.
Una meraviglia degna di re e imperatori: riposare senza essere stanco.
Lasciatemi al mio riposo' è il motto dei dormienti e dei morti.
L'uomo è così fatto che può trovare riposo a un tipo di lavoro soltanto dedicandosi a un altro.
C'è un tempo per fare e un tempo per riposare. Che colpa ho se perdo sempre il primo tempo?
Il riposo è il condimento che rende dolce il lavoro.
A volte, la cosa più urgente e importante che si possa fare, è concedersi un completo riposo.