Disertore può chiamarsi il suicida.— Carlo Dossi
Disertore può chiamarsi il suicida.
Il mondo non può sostenersi senza ingiustizia.
L'idea della unificazione d'Italia e della sua costituzione a regno fu principalmente sparsa dai militari napoleonici, che, sciolto il grande esercito, tornarono ai loro focolari.
Vi ha un giorno nell'anno in cui il vae soli della Bibbia ci è in viso buttato, come ingiuria, dalla rossa vampa del caminetto e ci soffia gelato alle orecchie, come minaccia, dalla terra nevata. È il Natale.
S'ha vergogna di un debito di poche lire, si ha quasi orgoglio di uno di molte. Solletica la propria vanità il poter dire "sono pieno di debiti" e si rialza superbamente la testa, invidiati perfino dai nostri creditori.
Il genio è una varietà della pazzia.
Se stiamo allevando ragazzi che sono così stupidi da uccidersi a causa di una canzone, a cosa servono in primo luogo i ragazzi?
Le ore prima di un suicidio sono fatte di enorme presunzione ed egocentrismo.
È concepibile che si ammazzi una persona per contare nella sua vita?
Una volta sposati, non rimane niente, neppure il suicidio, ma soltanto l'essere buono.
Facebook e MySpace minacciano la vita della comunità e portano gli adolescenti al suicidio. All'interno dei social network i ragazzi vivono l'amicizia in modo transitorio e spesso la quantità degli amici viene ritenuta più importante della loro qualità.
Il pessimista prudente si suicida gettandosi davanti all'ambulanza.
Nessuno mai si è tolto la vita. Il suicidio è una condanna a morte della cui esecuzione il giudice incarica il condannato.
L'uomo che pone fine ai suoi giorni mostra meno il vigore della sua anima che il fallimento della sua natura.
L'istinto di autoconservazione è a volte la molla del suicidio.
Chi si innamora si innamora di se stesso, chi si uccide uccide un altro.