Il genio è una varietà della pazzia.
Non si diventa grandi uomini, se non si ha il coraggio d'ignorare un'infinità di cose inutili.
Chi molto dice - pensa poco.
Non c'è cacciatore che non vanti il suo cane, non c'è vignaiolo che non vanti il suo vino, non cavaliere che non vanti il suo nastro. Ma pochi sono i mariti gloriosi delle lor mogli.
L'amore o a dir meglio l'abitudine all'isolamento noi l'acquistiamo e si accentua in noi invecchiando.
Alle volte, coi libri di teologia e di filosofia, si fa una strenua fatica per capire che quanto si arriva a capire non valeva la pena di esser capito.
Il genio è ciò che ha l'uomo in suo potere.
Il genio purtroppo non parla per bocca sua. Il genio lascia qualche traccia di zampetta come la lepre sulla neve.
Un autore popolare è uno che scrive ciò che pensa la gente. Il genio la invita a pensare qualcosa di diverso.
Il genio è la capacità di vedere dieci cose là dove l'uomo comune ne vede solo una, e dove l'uomo di talento ne vede due o tre.
Il genio ha maggior luce di un altro onest'uomo ma concentra questa luce, mediante una lente di un certo tipo, su un punto focale.
Gli uomini di genio sono molto più numerosi di quel che si crede. Infatti per apprezzare pienamente l'opera di quel che noi chiamiamo un genio bisogna avere tutto il genio che è stato necessario al concepimento dell'opera stessa.
Genio è colui che fa grandiosamente e con naturalezza ciò che altri soltanto con grosso impegno e studio riescono a fare modestamente.
Quasi tutti sono nati geni e sepolti idioti.
Quando un vero genio fa la sua comparsa nel mondo lo potete riconoscere grazie a questo infallibile segno: che tutti gli asini si uniscono per cospirare contro di lui.