Lume v'è dato a bene e a malizia.— Dante Alighieri
Lume v'è dato a bene e a malizia.
Non dee l'uomo, per maggiore amico, dimenticare li servigi ricevuti dal minore.
Tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i fiori e i bambini.
Oh vana gloria de l'umane posse! com' poco verde in su la cima dura, se non è giunta da l'etati grosse! [...] Non è il mondan romore altro ch'un fiato di vento, ch'or vien quinci e or vien quindi, e muta nome perché muta lato.
Ma già vogeva il mìo disio e 'l velle sì come rota ch' igualmente è mossa l' amor che muove il sole e l' altre stelle.
Quale per li seren tranquilli e puri discorre ad ora ad or subito foco, movendo li occhi che stavan sicuri, e pare stella che tramuti loco, se non che dalla parte ond'el s'accende nulla sen perde, ed esso dura poco.
Chi non ricorda il bene passato è vecchio già oggi.
Tocca la palma a colui che in parole e in opere sia stato possente, abbia sentito il bene e a costo del proprio sangue lo abbia fatto trionfare.
Si dovrebbe pensare più a far bene che a stare bene: e così si finirebbe anche a star meglio.
Soltanto il bene che è ancora in noi può aiutarci a conseguire il meglio che ci manca.
Possedere un bene non serve a niente se non si è pronti a perderlo. E i beni la cui perdita è più facilmente tollerabile sono quelli che, perduti, non possono essere oggetto di rimpianto.
Bene è ciò che unisce, male ciò che separa.
L'uomo fa il bene non tanto perché è buono quanto perché vorrebbe esserlo.
Chiunque fa del bene ad un'altro, lo fa anche a se stesso.
Concepire il bene non basta; bisogna farlo vittorioso fra gli uomini.
Non dà gioia il possesso di nessun bene, se non puoi dividerlo con altri.