Ha gli occhi spietati di chi è amato sopra ogni cosa.
— Elias Canetti
2
La nostra interpretazione
Lo sguardo descritto è duro, inflessibile, privo di pietà, proprio perché appartiene a qualcuno che è stato posto al centro dell’universo affettivo di un’altra persona. Quando una creatura viene amata sopra ogni cosa, corre il rischio di sentirsi onnipotente, intoccabile. In quella posizione, il bisogno dell’altro diventa quasi un peso, un elemento scontato, qualcosa che non richiede cura né attenzione. Gli occhi si fanno allora freddi: non hanno più necessità di implorare, di chiedere, di conquistare; non conoscono la paura di perdere, ma soltanto l’abitudine di essere desiderati.
Questo porta con sé una forma sottile di crudeltà. Chi si sente assolutamente amato può smettere di interrogarsi sulla propria responsabilità verso il cuore che lo adora. Non prova più compassione per le fragilità dell’altro, perché sa di avere un potere totale su di lui. Da qui lo sguardo spietato: non è necessariamente malvagio, ma è indifferente, distante, quasi incurante del dolore che potrebbe provocare. L’asimmetria tra chi ama e chi viene amato genera un terreno in cui il sentimento si deforma: la devozione di uno diventa il trono dell’altro. Lo squilibrio affettivo trasforma l’amore in una forza che, invece di avvicinare, separa, rendendo chi è amato sempre più impenetrabile e chi ama sempre più vulnerabile e disarmato.