La morte, il più atroce dunque di tutti i mali, non esiste per noi. Quando noi viviamo la morte non c'è, quando c'è lei non ci siamo noi. Non è nulla né per i vivi né per i morti...
Dobbiamo allo stesso tempo ridere, filosofare, amministrare la nostra casa, usare di quant'altro è a nostra disposizione e non cessare mai di proclamare le parole della retta filosofia.
Per tutti quegli esseri viventi che non ebbero la capacità di stringere patti reciproci circa il non recare ne ricevere danno, non esiste né il giusto né l'ingiusto; e altrettanto si deve dire per quei popoli che non poterono o non vollero stringere patti per non recare e non ricevere danno.
Ognuno lascia la vita come se l'avesse cominciata allora.
Non sono da temere gli dèi; non è cosa di cui si debba stare in sospetto la morte; il bene è facile a procurarsi; facile a tollerarsi il male.
Tu devi gustar bene ogni boccone se vuoi che ti faccia veramente bene.
Morte: il piacere di fare un viaggio senza valigie.
Morire non mi piace per niente. È l'ultima cosa che farò.
Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno.
L'ultimo atto è cruento, per quanto bella sia la commedia in tutto il resto; alla fine, ci gettano un po' di terra sulla testa, ed è finita per sempre.
Si usano deplorare le morti premature, ma nessuno depreca quelle tardive, ben più incresciose di tutte.
Non c'è dubbio che i discendenti non facciano all'occorrenza ciò che avran veduto fare da quelli che li avranno preceduti. Gli onori che renderete a coloro cui succedeste sopra la terra, vi saranno resi da quelli che succederanno a voi.
Il solo difetto della morte è che essa ci pone in condizione di non poter apprezzare il suo beneficio.
Se io muoio non piangere per me, fai quello che facevo io e continuerò vivendo in te.
Morire sarà, su per giù, come quando su una vetrina una saracinesca s'abbassa.
I morti sono persone fredde.
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