È nobile cosa la povertà accettata con gioia.— Epicuro
È nobile cosa la povertà accettata con gioia.
La povertà misurata al fine che è proprio della natura, è gran ricchezza, ma la ricchezza, se non viene limitata, è gran povertà.
Principio e fine di ogni bene è la soddisfazione del ventre, e al ventre si riporta tutto ciò che è superfluo e ogni marchingegno umano.
Se ti opporrai a tutte le sensazioni, non avrai più nemmeno criteri cui riferirti e perciò neanche modo di giudicare quelle che tu dici essere errate.
La voce della carne è: non aver fame, non aver sete, non aver freddo. Chi ha queste cose può gareggiare in felicità anche con Zeus.
Non si deve invidiare nessuno; i buoni non meritano invidia; per quanto riguarda i cattivi, più hanno fortuna e più si rovinano.
Le guerre delle nazioni si combattono per cambiare le mappe. Ma le guerre della povertà sono combattute per mappare il cambiamento.
È difficile non lagnarsi della povertà, mentre è facile non andare orgogliosi della ricchezza.
Non v'è povertà così disperata che tolga all'uomo ogni possibilità di mostrarsi generoso.
Eravamo così poveri che a Natale il mio vecchio usciva di casa, sparava un colpo di pistola in aria, poi rientrava in casa e diceva: spiacente ma Babbo Natale si è suicidato.
I poveri hanno un grande potenziale evangelizzatore da darvi.
Attraverso le apparizioni di Lourdes, Nostra Signora ha voluto restaurare in noi l'amore dei poveri e della povertà, un amore ingegnoso e liberatore.
È assai sorprendente che le ricchezze degli uomini di Chiesa si siano originate dai principî di povertà.
Quando il povero dona al ricco, il Diavolo se ne ride.
Per farsi un amico ci vuole quasi una vita. Bisogna essere stati poveri insieme e qualche volta felici.
L'aspetto più atroce della povertà è costituito dal fatto che rende ridicoli.