Nessuna società può essere felice se la sua maggior parte è povera e miserabile.— Adam Smith
Nessuna società può essere felice se la sua maggior parte è povera e miserabile.
Raramente la gente dello stesso mestiere si ritrova insieme, anche se per motivi di svago e di divertimento, senza che la conversazione risulti in una cospirazione contro i profani o in un qualche espediente per far alzare i prezzi.
Per la maggior parte dei ricchi, il principale piacere della ricchezza consiste nello sfoggiarla.
L'odio e la rabbia sono il più grande veleno della felicità d'uno spirito buono.
L'uomo ha un bisogno quasi costante dell'aiuto dei suoi simili.
Il disprezzo del rischio, e la presuntuosa speranza di successo, non sono in nessun periodo della vita così attivi come nell'età in cui i giovani scelgono le loro professioni.
La povertà misurata al fine che è proprio della natura, è gran ricchezza, ma la ricchezza, se non viene limitata, è gran povertà.
Non v'è povertà così disperata che tolga all'uomo ogni possibilità di mostrarsi generoso.
I ricchi sono mortalmente tenuti ad essere probi; i poveri, no.
Io amo i poveri, e soffrirei in un mondo senza poveri; i poveri sono le brioches dell'anima.
Dentro di noi abbiamo un'Ombra: un tipo molto cattivo, molto povero, che dobbiamo accettare.
Un povero ci vuol poco a farlo comparir birbone.
Oggi casa povera è il mondo intero, che ha tanto bisogno di Dio!
La legge, nella sua maestosa equità, proibisce ai ricchi così come ai poveri di dormire sotto i ponti, mendicare per le strade e rubare il pane.
I poveri sono i negri d'Europa.
Ogni buona composizione è soprattutto un lavoro di astrazione. Tutti i bravi pittori lo sanno. Ma il pittore non può fare del tutto a meno dei soggetti senza che il suo lavoro soffra di impoverimento.