Comune a tutti è il pensare.— Eraclito
Comune a tutti è il pensare.
L'uomo nella notte accende a se stesso una luce quando la sua vista è spenta; però da vivo è a contatto con il morto, da sveglio è a contatto con il dormiente.
L'uomo più saggio davanti al dio sembrerà una scimmia, per saggezza, per avvenenza e per ogni altra cosa.
Il popolo deve combattere per la sua legge come per le mura della città.
La Sibilla con bocca delirante dice cose di cui non si ride, non abbellite, non profumate e con la sua voce oltrepassa mille anni per il divino che è in lei.
Nella notte, quando ha spento la vista degli occhi, accende a se stesso una luce; da vivo, mentre dorme, l'uomo si avvicina a un morto; da sveglio, si avvicina a uno che dorme.
Libero pensatore. Basterebbe dire pensatore.
Pensare ci rende sensibili alle sfumature dei sentimenti e alle possibilità dell'immaginazione.
I pensieri sono spiriti in movimento come le onde del mare che fanno sentire la loro voce infrangendosi sulla riva.
Date al solitario pensatore la più cara delle sue gioie, quella di sapersi vivo nella vita di tutti.
Lo specchio riflette in modo esatto: non commette errori perché non pensa. Pensare significa essenzialmente commettere errori.
Pensare è la cosa meno salutare al mondo e le persone muoiono di ciò come muoiono di altre malattie.
O si crede o si pensa, non c'è altra via. Quelli che credono fanno bene ad andare in chiesa, ma quelli che pensano non possono accontentarsi di prediche e di verità preconfezionate.
Pensare semplice, come era solito dire il mio vecchio maestro, significa ridurre l'intero delle sue parti ai minimi termini, tornando indietro ai primi princìpi.
Un uomo in grado di pensare non è sconfitto anche quando lo è sul serio.
Pensare è difficile, però si può benissimo parlare e scrivere senza pensare.