Se tu non mi ami, non importa, sono in grado di amare per tutti e due.
— Ernest Hemingway
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La nostra interpretazione
In queste parole emerge una forma di amore che non pone condizioni né pretende garanzie di reciprocità. Il sentimento viene affermato come forza autonoma, capace di esistere anche nel vuoto lasciato dall’altro. L’amante accetta la possibilità di non essere ricambiato, ma non per questo riduce la propria intensità emotiva; anzi, si assume sulle spalle il “peso” di amare per entrambi, come se il proprio cuore potesse colmare l’assenza dell’altro. C’è una fierezza quasi ostinata in questa posizione: non elemosina affetto, non supplica attenzione, ma rivendica la dignità e la potenza del proprio provare.
Allo stesso tempo, emerge una dimensione di vulnerabilità: amare da soli significa esporsi al rischio del dolore, al silenzio, alla distanza. Eppure questo rischio viene accettato come parte integrante dell’esperienza amorosa. L’amore viene visto come un atto creativo e generoso, che nasce da dentro e non dipende completamente dalla risposta esterna. In questo senso è un sentimento libero, che non chiede permesso per esistere, e trova la propria forza proprio nella capacità di continuare anche quando manca ciò che, in teoria, dovrebbe nutrirlo.
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