Così è la notte, una folla di madri illuminate, che si chiamano stelle.
Che ci faccio in montagna? Più ci vado e più mi accorgo di essere scarso. L'aumento di esperienza mi denuncia meglio i difetti. Conoscere non m'incoraggia, anzi mi pesa. L'esperienza accresciuta misura la mia insufficienza.
In ogni specie sono i solitari a tentare esperienze nuove.
Un uomo che non frequenta donne dimentica che hanno di superiore la volontà. Un uomo non arriva a volere quanto una donna, si distrae, s'interrompe, una donna no.
La storia è un catasto di fallimenti. Ognuno ne cava una sua versione inservibile.
All'uscita dalla baia il vento è solo forza, sbriciola onde e infradicia le barbe.
Non è una cosa furba starsene a letto di notte a porsi delle domande alle quali non si sa rispondere.
Il silenzio è per le orecchie ciò che la notte è per gli occhi.
So poco della notte ma la notte sembra sapere di me, e in più, mi cura come se mi amasse, mi copre la coscienza con le sue stelle. Forse la notte è la vita e il sole la morte. Forse la notte è niente e le congetture sopra di lei niente e gli esseri che la vivono niente.
Cosa ha a che fare la notte con il sonno?
C'è chi si fissa a vedere solo il buio. Io preferisco contemplare le stelle. Ciascuno ha il suo modo di guardare la notte.
E arriva la notte, che è solo l'altra forma del giorno. Che è solo l'altra forma della notte.
Di notte ogni cosa assume forme più lievi, più sfumate, quasi magiche. Tutto si addolcisce e si attenua, anche le rughe del viso e quelle dell'anima.
Oh dolce notte, oh sante ore notturne e quete, Ch'i disïosi amanti accompagnate; in voi s'adunan tante letizie, onde voi siete sole cagion di far l'alme beate.
Con questa filosofia l'animo mi s'aggrandisse, e me si magnifica l'intelletto. Però, qualunque sii il punto di questa sera ch'aspetto, si la mutazione è vera, io che son ne la notte, aspetto il giorno, e quei che son nel giorno, aspettano la notte.
La notte mi vesto di Chanel numero 5.