Ma tu chi sei che avanzando nel buio della notte inciampi nei miei più segreti pensieri?
— William Shakespeare
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La nostra interpretazione
L’interrogativo rivolto a una presenza che irrompe nel buio della notte richiama l’esperienza di un incontro che supera ogni difesa razionale. L’oscurità non è solo uno sfondo fisico, ma rappresenta la parte più nascosta dell’anima, quella zona in cui pensieri e desideri sono solitamente taciuti, anche a se stessi. L’arrivo improvviso di qualcuno in questo spazio interiore indica una forma di intimità profonda: una persona è riuscita ad avvicinarsi così tanto da toccare ciò che nessuno vede, ciò che si teme di mostrare.
Il passo incerto, l’“inciampare”, suggerisce che questo ingresso non è controllato né studiato. Non si tratta di un sentimento freddo o calcolato, ma di un coinvolgimento autentico, quasi involontario. È l’effetto di un sentimento che sfonda le barriere della coscienza e penetra nei pensieri più segreti, portando alla luce ciò che era nascosto. In questa domanda c’è sorpresa, forse smarrimento, ma anche la consapevolezza che quella persona ha un potere unico: accedere al livello più vulnerabile e vero dell’io. Il tono è impregnato di stupore amoroso, come se l’identità dell’altro diventasse improvvisamente essenziale da conoscere proprio perché ha toccato il centro più profondo della propria interiorità.
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