La prima volta che ci siamo frequentati non eravamo in grado di amarci. Eravamo come due persone che hanno tra le mani lo strumento che amano, ma non lo sanno suonare. Poi abbiamo imparato.

Fabio Volo
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La nostra interpretazione

Due persone possono incontrarsi nel momento giusto a livello di desiderio e attrazione, ma non essere ancora pronte, interiormente, per sostenere un amore profondo. All’inizio la relazione è vissuta con immaturità emotiva: ci sono sentimenti autentici, ma manca la capacità di gestirli, di trasformarli in cura, rispetto, ascolto. È come avere tra le mani qualcosa di prezioso, che si desidera e si ammira, senza possedere ancora i mezzi per valorizzarlo. Il legame quindi non si esprime nella sua forma migliore, perché le persone non hanno imparato a conoscersi davvero, a comunicare i propri bisogni, a contenere le proprie paure e fragilità. Con il tempo, attraverso le esperienze e forse anche attraverso la separazione, subentra una forma di apprendimento affettivo. Si comprende che l’amore non è soltanto un sentimento spontaneo, ma anche una competenza da coltivare, un’arte che richiede esercizio, consapevolezza e responsabilità. Quel “poi abbiamo imparato” indica il momento in cui il sentimento trova finalmente la sua forma adeguata: la passione diventa scelta, l’istinto si accompagna alla comprensione, il desiderio si trasforma in cura reciproca. L’incontro tra le stesse persone assume allora un significato nuovo: non è più solo attrazione, ma un amore che ha imparato a riconoscere il proprio valore e a esprimersi con maggiore maturità e pienezza.

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