L'uomo si adatta a tutto, anche ai propri simili.
La felicità? Basta non badarci per vivere meglio.
In vecchiaia si pagano i debiti contratti in gioventù.
Se non riesci a odiare e a invidiare gli altri, essi ti odieranno e ti invidieranno per questo.
Ai critici che si improvvisano narratori consiglierei un nuovo genere letterario: l'autostroncatura.
Nessun rimedio è all'altezza della morte.
Nevrosi e psicosi sono entrambe espressioni della ribellione dell'Es contro il mondo esterno, del suo dispiacere, o, se preferite, della sua incapacità di adattarsi alla dura realtà.
Un essere che s'adatta a tutto: ecco, forse, la miglior definizione che si possa dare dell'uomo.
Chi non si adatta al mondo è sempre vicino a trovare se stesso. Chi si adatta al mondo non si trova mai, ma può diventare consigliere nazionale.
Un sarto che deve tagliare un abito per un gobbo, deve fare la gobba anche all'abito.
È un errore doloroso e crasso la distinzione che i rivoluzionari stabiliscono tra borghesi e popolo, o nobili e popolo, o governanti e governati. La distinzione è tra adattati e disadattati: il resto è letteratura e cattiva letteratura.
Adattarsi è sacrificare un bene remoto a un bisogno immediato.
Adattati alla sorte che ti è toccata, e ama gli uomini tra cui ti è toccato vivere, ma amali veramente.
Quando si va in cucina, bisogna pur cucinare con gli ingredienti che si trovano.
La cosa più importante, riguardo all'universo, è che esso si espande sempre più e, un giorno o l'altro, si sfascerà e scomparirà. Ecco perché se la ragazza dell'ufficio di fianco ha qualche numero ma non tutte le qualità che tu vorresti, beh, conviene che t'adatti.