Oltre all'attesa di quello che accadrà dopo la morte, mi inquietano altri due interrogativi antecedenti e senza risposte: quando e come moriro? E il quando è meno preoccupante del come.
Il compito quotidiano: arrivare fino a notte senza annoiarsi.
Gli imbecilli intelligenti sono il cancro della società.
La tristezza come inclinazione è un vizio. La tristezza bisogna meritarla.
Il buonismo è il lato viscido della cattiveria.
Ai critici che si improvvisano narratori consiglierei un nuovo genere letterario: l'autostroncatura.
La morte è un supplizio nella misura in cui non è semplice privazione del diritto di vivere, ma occasione di calcolate sofferenze.
Ahimè al cielo, ahimè alla luna sole e stelle mi portan fortuna! Io vivo per soffrire, e vorrei sol morire!
Entriamo nel sonno per un atto di egoismo giornaliero: nella morte per un egoismo definitivo.
La realtà è che uno vive finché non muore. E la verità è che nessuno vuole la realtà.
Sì, prova un po' a negare la morte. È lei che ti nega, e basta!
Giaceva immobile e la morte non era con lui. Doveva essere passata da un'altra strada. La morte pedalava in bicicletta, si muoveva silenziosa sul selciato.
Il mio primo film era così brutto, che in sette stati americani aveva sostituito la pena di morte.
Sposi della vita, amanti della morte.
Colui il quale ha sentito il soffio della Morte alitare presso il suo volto, guarda la Vita con occhi diversi.
È strano come a volte il ricordo della morte sopravviva molto più a lungo della vita che essa ha rubato.
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