La morte ti sovrasta: fin tanto che vivi, fin tanto che puoi, sii buono.— Marco Aurelio
La morte ti sovrasta: fin tanto che vivi, fin tanto che puoi, sii buono.
Ben più gravi sono gli effetti prodotti in noi dall'ira e dal dolore, con cui reagiamo alle cose, che non quelli prodotto dalle cose stesse, per le quali ci adiriamo o ci addoloriamo.
Dal non poter assodare cosa avvenga nell'anima di un altro, non è facile che provenga infelicità: infelicità grande invece necessariamente deriva a chi non tiene dietro ai moti dell'anima propria.
Non disprezzare la morte ma accoglila di buon grado perché anch'essa è un ente tra quelli che natura vuole.
L'uomo che vive più a lungo e quello che vive meno, quando muoiono, perdono la stessa unica cosa.
Prendi piena coscienza delle qualità che possiedi, e in gratitudine ricorda come le desidereresti, se ne fossi privo.
La morte non è il morire, ma ciò che avviene prima di morire, immediatamente prima, quando non ha ancora penetrato il corpo, e se ne sta immobile, bianca, nera, viola, livida, seduta sulla sedia più vicina.
L'uomo conta sull'immortalità e dimentica di mettere in conto la morte.
L'uomo è un pacco postale che la levatrice spedisce al becchino.
Alla fine tutte le cose non devono forse essere inghiottite dalla morte?
Davanti a un feretro ci ricordiamo solo le cose buone e vediamo solo ciò che ci garba.
Chi ha paura di sognare è destinato a morire.
La severa uguaglianza della morte ridarà a ciascuno il suo: la codardia della attossicata calunnia compagna infesta della vita rifugge dalla maestà dei sepolcri.
Ogni anno oltrepassiamo senza saperlo il giorno della nostra morte.
Si muore troppo facilmente. Dovrebbe essere molto più difficile morire.
Il solo difetto della morte è che essa ci pone in condizione di non poter apprezzare il suo beneficio.