Forse bisogna viaggiare prima di capire qual è la meta giusta per noi.
Non esistono insuccessi, solo occasioni per imparare qualcosa di nuovo.
Quando ci manca l'amore non c'è veramente nulla che basti.
La nostra vita è fatta di risparmi, pensiamo sempre che ci sarà un momento migliore, che varrà la pena di vivere, che le cose cambieranno.
Il successo non è niente se non si ha con chi dividerlo.
Gli esseri umani, ovunque si trovino, quando vedono in lontananza, avvolto nella foschia, il porto verso cui sono diretti, capiscono cosa significhi essere uno straniero.
Quelle cose per conoscere le quali ci mettiamo in cammino e attraversiamo il mare, se sono poste sotto i nostri occhi non ce ne curiamo.
Solo chi si muove apprezza le soste e non conosce la noia.
Io imparo recandomi dove devo andare.
Solo la direzione è reale, la meta è sempre fittizia, anche la meta raggiunta... anzi soprattutto questa.
L'ideale per te è essere sempre in movimento. Se vivi sempre nello stesso posto il tuo cervello smette di funzionare.
Partire, è un po' morire, è morire rispetto a ciò che si ama: si lascia un frammento di se stessi in ogni ora e in ogni luogo.
Viaggiare insegna lo spaesamento, a sentirsi sempre stranieri nella vita, anche a casa propria, ma essere stranieri fra stranieri è forse l'unico modo di essere veramente fratelli. Per questo la meta del viaggio sono gli uomini.
I cambiamenti di luogo non rendono intelligente chi è stupido.
Il viaggiare, nei più giovani, fa parte dell'educazione; negli adulti, fa parte dell'esperienza.