L'invidia è una pandemia.
La speranza non può essere basata soltanto sull'ottimismo. Deve avere radici più profonde nella moralità, nella forza d'animo.
Noi tutti siamo esseri mimetici: sono gli altri che ci insegnano cosa desiderare.
L'amicizia è una forma di amore impregnata, intessuta di eticità.
Pochissime persone parlano chiaramente e volentieri dell'invidia che provano: parlarne apertamente inibisce perché è come mettersi a nudo, svelare la parte più meschina e vulnerabile di sé.
Che se ne fa l'uomo del danaro, se non lo aiuta a suscitare l'invidia del prossimo mediante lo sfarzo di indumenti rari? Che gusto c'è a vestirsi di lana o di tela, se tutto il mondo ne fa uso?
Come una falena rode un indumento, così fa l'invidia consuma una persona.
Ci esprimiamo ai massimi livelli se c'è da spazzare via la vergogna, l'invidia e la ripicca internazionale... ma non si può mica sempre vivere nello "Stato di massima allerta" per mantenere uno sport in salute.
O invidia, radice di mali infiniti, verme roditore di tutte le virtù!
L'invidia è l'arte di contare i colpi di fortuna degli altri anziché i propri.
La Grandezza ispira l'Invidia, l'Invidia genera Rancore, il Rancore produce Menzogne.
Sola la miseria è senza invidia nelle cose presenti.
L'invidioso non muore mai una volta sola, ma tante volte quante l'invidiato vive salutato dal plauso della gente.
L'invidia si annida in fondo al cuore umano come una vipera nella sua tana.
L'invidia è ignoranza.