L'invidia è una pandemia.— Francesco Alberoni
L'invidia è una pandemia.
L'innamoramento tende alla fusione, ma di due persone diverse. Perchè ci sia innamoramento occore cia sia diversità e l'innamoramento è una volontà, una forza per superare questa diversità che però esiste e deve esistere.
Il coraggio è alzarsi ogni mattina sapendo che devi affrontare un mondo malvagio, e conservare un animo sereno per fare un po' di bene senza contare sulla riconoscenza di nessuno.
L'innamoramento può incominciare con uno sguardo, con un colpo di fulmine, ma è sempre un processo con domande, dubbi, momenti di esaltazione e di incertezza.
L'amore è slancio di vita, è desiderio di felicità, è rivelazione, è ammirazione, è adorazione, è fusione fisica con la persona che amiamo, l'unica che ci può dare una felicità misteriosa, meravigliosa e divina.
Solo in Europa si è preteso, ad un certo punto, di affidare allo stato nascente dell'innamoramento la stabilità della coppia, della famiglia e perfino i criteri di perpetuazione della specie.
La nostra invidia dura sempre più a lungo della felicità di chi è invidiato.
L'invidia non arriva mai al ballo vestita da invidia. Arriva vestita da qualcos'altro: ascetismo, standard elevati, buonsenso.
Il milionario non godrebbe niente se gli mancasse l'invidia del popolo.
Invidia, radice d'infiniti mali e tarlo delle virtù! Tutti i vizi seco si traggono.
Alla resa dei conti, non c'è vizio che nuoccia tanto alla felicità dell'uomo come l'invidia.
L'invidia è il sintomo della mancanza di apprezzamento del proprio valore di unicità e di autostima. Ognuno di noi ha qualcosa da dare che nessun altro ha.
Un successo letterario clamoroso riesce a spegnere l'invidia, non ad accendere la stima.
L'invidia è come prendere un veleno e aspettare che l'altra persona muoia.
La nostra invidia dura sempre più a lungo della felicità di quelli che invidiamo.
Nessuno è gran che da invidiare, innumerevoli sono da compiangere molto.