Alla resa dei conti, non c'è vizio che nuoccia tanto alla felicità dell'uomo come l'invidia.— Cartesio
Alla resa dei conti, non c'è vizio che nuoccia tanto alla felicità dell'uomo come l'invidia.
L'uomo è una cosa imperfetta che tende incessantemente a qualcosa di migliore e più grande.
Coloro che Dio ha fatto partecipare meglio delle sue grazie avranno forse, disegni più elevati; ma temo assai che già questo sia troppo audace per molti.
Non si potrebbe immaginar nulla di tanto strano e di così poco credibile che non sia stato detto da qualche filosofo.
La mia terza massima fu di vincere sempre piuttosto me stesso che la fortuna, e di voler modificare piuttosto i miei desideri che l'ordine delle cose nel mondo.
Coloro i quali hanno meno fiducia in se stessi, sono i più invidiosi.
Il successo degli invidiosi è l'insuccesso degli altri.
Dobbiamo credere nella fortuna. Altrimenti come potremmo spiegare il successo di chi non ci piace?
Invidioso non è tanto chi soffre che altri abbia qualcosa che lui non ha, quanto chi soffre che altri abbia ciò che lui ha.
È nel carattere di pochi uomini onorare senza invidia un amico che ha fatto fortuna.
L'invidioso piange più del bene altrui che del proprio male.
L'invidia è come una palla di gomma che più la spingi sotto e più ti torna a galla.
La persona veramente invidiosa è insaziabile, non potrà mai essere soddisfatta, poiché la sua invidia scaturisce da dentro e pertanto trova sempre un oggetto su cui focalizzarsi.
Credo che l'invidia sia il mio peccato...
Non invidiamo quelli che stanno più in alto: quelle che sembravano vette si sono rivelate dirupi.