A volte è più difficile privarsi di un dolore che di un piacere.
Non riuscire mai a vivere il presente fa parte della felicità e dell'inadeguatezza della giovinezza.
I migliori rapporti sono quelli di cui si conoscono gli ostacoli, e che tuttavia si vogliono conservare.
Per tenere un uomo, la donna deve rivolgersi a quanto c'è di peggio in lui.
Coglieva, di tanto in tanto, il succo del discorso e completava il resto con il suo subconscio, come si coglie a metà la suoneria di un orologio e in mente aleggia soltanto il ritmo dei primi colpi non contati.
Dopo tutto la vita si osserva con maggior vantaggio da una finestra sola.
Il dolore è ancor più dolore se tace.
Il dolore non è parte della vita, può diventare la vita stessa.
Niente ferisce, avvelena, ammala, quanto la delusione. Perché la delusione è un dolore che deriva sempre da una speranza svanita, una sconfitta che nasce sempre da una fiducia tradita cioè dal voltafaccia di qualcuno o qualcosa in cui credevamo.
Ogni limitazione della conoscenza, della ricerca scientifica in nome di pregiudizi ideologici è un contributo al perpetuarsi di dolore e sofferenze.
Se del dolore in se stesso non si è avuta già perfetta conoscenza in principio, come si potrà essa avere successivamente?
La vita è dolore e la gioia dell'amore è un anestetico.
L'accettazione è il primo passo per superare una delusione. Il dolore nasce sempre dal desiderio che le cose siano diverse da come sono.
Non sai che ognuno ha la pretesa di soffrire molto più degli altri?
Per quanto tempo ancora questa infinita voglia che ho di te smetterà di morsicarmi il cuore e regalarmi un giorno d’amore che non ho conosciuto ancora.
Ma il dolore non intende prestare ascolto alla ragione, perché il dolore ha una sua propria ragione che non è ragionevole.
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