Il tanto diventa poco se si desidera ancora un po' di più.— Francisco de Quevedo
Il tanto diventa poco se si desidera ancora un po' di più.
Non è felice quello a cui la fortuna non può dare di più, ma quello al quale non può togliere nulla.
L'invidia è così magra e pallida perché morde e non mangia.
Non migliora affatto il proprio stato chi cambia solamente luogo e non vita e abitudini.
Cento delinquenti fanno meno male di un giudice cattivo.
Si può ben perdonare a un uomo di essere sciocco per un'ora, quando ci sono tanti che non smettono mai di esserlo nemmeno per un'ora in tutta la loro vita.
Questa, o monaci, la nobile verità sulla cessazione del dolore: l'eliminazione della bramosia attraverso l'annullamento dei desideri, la rinuncia totale al desiderio, il distacco assoluto da tutto ciò che si desidera.
Non si desidera ciò che è facile ottenere.
Ci si crede puri finché si disprezza quel che non si desidera.
Niente il desiderio ama più di ciò che è proibito.
Il desiderio svanisce se possedete. Non dovete possedere nulla.
Quando la si desidera, una cosa sembra straordinaria, ma dopo averla ottenuta nessuno è soddisfatto.
Chi accumula libri, accumula desideri; e chi ha molti desideri è molto giovane, anche a ottant'anni.
I desideri, anche più innocenti, hanno questo di brutto, che ci sottomettono agli altri e ci rendono schiavi.
Si dice che il desiderio è il prodotto della volontà, ma in realtà è vero il contrario: la volontà è il prodotto del desiderio.
Non mi è mai capitato di volere qualcosa e di non ottenerla. Quello che desideri arriva sempre.