Nelle fauci del lupo nessuno ama il suo prossimo.
Non amare il tuo prossimo come te stesso: se sei in buoni rapporti con te stesso, è un'impertinenza, nel caso opposto, è un'offesa.
Ama il prossimo tuo come te stesso.
È vero che bisogna amare il prossimo, ma nell'esempio che Cristo dà per illustrare questo comandamento il prossimo è un essere nudo e sanguinante, svenuto sulla strada e di cui non si sa niente. Si tratta di un amore del tutto anonimo, e per ciò stesso universale.
Uno va dal prossimo perché cerca se stesso, un altro, perché vorrebbe perdere se stesso.
L'amore per il prossimo è una strada per incontrare anche Dio e [...] il chiudere gli occhi di fronte al prossimo rende ciechi anche di fronte a Dio.
Chi fa soffrire il prossimo fa male a sé stesso. Chi aiuta gli altri, aiuta sé stesso.
Chi è il nostro prossimo? Colui che è vicino a noi, ma che non abbiamo ancora mai notato, che aspetta da noi il gesto di fiducia, di stima, di amicizia.
Se l'io è detestabile, amare il prossimo come se stessi diventa un'atroce ironia.
Che se il me è odioso, amare il proprio prossimo come se stessi diviene un'atroce ironia.