Ama il tuo prossimo, ma non abbattere la siepe.— George Herbert
Ama il tuo prossimo, ma non abbattere la siepe.
Non è tutto oro quello che luccica.
Chi ha la casa fatta di vetro, non dovrebbe gettare pietre contro quella degli altri.
Il cane scottato ha paura dell'acqua fredda.
Chi non è bello a vent'anni, né forte a trenta, né ricco a quaranta, né saggio a cinquanta, non sarà mai bello, forte, ricco o saggio.
Non ingannare il tuo medico, il tuo confessore o il tuo avvocato.
È vero che bisogna amare il prossimo, ma nell'esempio che Cristo dà per illustrare questo comandamento il prossimo è un essere nudo e sanguinante, svenuto sulla strada e di cui non si sa niente. Si tratta di un amore del tutto anonimo, e per ciò stesso universale.
Il mio prossimo per me è me stesso.
Chi è il nostro prossimo? Colui che è vicino a noi, ma che non abbiamo ancora mai notato, che aspetta da noi il gesto di fiducia, di stima, di amicizia.
Prossimo: uno che ci è stato imposto di amare come noi stessi e che fa di tutto per farci disubbidire.
Se l'io è detestabile, amare il prossimo come se stessi diventa un'atroce ironia.
Chi va dal prossimo, perché cerca se stesso, e chi, perché vorrebbe perdersi. Il vostro cattivo amore di voi stessi vi trasforma la solitudine in un carcere.
Ama il prossimo tuo come te stesso.
Uno va dal prossimo perché cerca se stesso, un altro, perché vorrebbe perdere se stesso.
Il vostro amore del prossimo è il vostro cattivo amore per voi stessi. Voi fuggite verso il prossimo fuggendo voi stessi, e di ciò vorreste fare una virtù.
Chi ama il prossimo suo come sé stesso, o non conosce abbastanza il prossimo o non ama abbastanza se stesso.