Ama il tuo prossimo, ma non abbattere la siepe.
L'amore e la tosse non si possono nascondere.
Il periodo critico del matrimonio è l'ora di colazione.
Fa' ciò che è buono e giusto, e che il mondo sprofondi.
Ma chi caccia le aquile con una colomba?
La vita è già spesa per metà prima che sappiamo cosa sia.
È vero che bisogna amare il prossimo, ma nell'esempio che Cristo dà per illustrare questo comandamento il prossimo è un essere nudo e sanguinante, svenuto sulla strada e di cui non si sa niente. Si tratta di un amore del tutto anonimo, e per ciò stesso universale.
Chi ama il prossimo suo come sé stesso, o non conosce abbastanza il prossimo o non ama abbastanza se stesso.
È dal prossimo che ci vengono la vita e la morte. Perché se guadagniamo il fratello, è Dio che guadagniamo; e se scandalizziamo il fratello è contro Cristo che pecchiamo.
Uno va dal prossimo perché cerca se stesso, un altro, perché vorrebbe perdere se stesso.
Non amare il tuo prossimo come te stesso: se sei in buoni rapporti con te stesso, è un'impertinenza, nel caso opposto, è un'offesa.
Colui che è veramente colpito dalla mala sorte non si deve aspettare alcuna partecipazione da parte del suo prossimo. Le disgrazie vere fanno scappare la gente.
Se l'io è detestabile, amare il prossimo come se stessi diventa un'atroce ironia.
Chi si propone l'amore del prossimo senza l'amore a Dio, cerca se stesso.
Chi disprezza il prossimo si preoccupa già troppo del prossimo.