Se l'io è detestabile, amare il prossimo come se stessi diventa un'atroce ironia.— Paul Valéry
Se l'io è detestabile, amare il prossimo come se stessi diventa un'atroce ironia.
Un uomo è intelligente quando manifesta una certa indipendenza dalla comuni aspettative.
La danza rappresenta nessuna cosa, ma ogni cosa.
La morte è scrutata solo da occhi viventi.
L'amicizia, l'amore è poter essere deboli insieme.
Chi vuole imporre le proprie idee non crede abbastanza nel loro valore.
Chi disprezza il prossimo si preoccupa già troppo del prossimo.
Chi si propone l'amore del prossimo senza l'amore a Dio, cerca se stesso.
È vero che bisogna amare il prossimo, ma nell'esempio che Cristo dà per illustrare questo comandamento il prossimo è un essere nudo e sanguinante, svenuto sulla strada e di cui non si sa niente. Si tratta di un amore del tutto anonimo, e per ciò stesso universale.
Il cielo dove Dio abita è il povero, il prossimo. L'altro è il cielo di Dio. Dio siede alla destra di ciascuno di noi.
Chi ama il prossimo suo come sé stesso, o non conosce abbastanza il prossimo o non ama abbastanza se stesso.
Colui che è veramente colpito dalla mala sorte non si deve aspettare alcuna partecipazione da parte del suo prossimo. Le disgrazie vere fanno scappare la gente.
Chi è il nostro prossimo? Colui che è vicino a noi, ma che non abbiamo ancora mai notato, che aspetta da noi il gesto di fiducia, di stima, di amicizia.
Non amare il tuo prossimo come te stesso: se sei in buoni rapporti con te stesso, è un'impertinenza, nel caso opposto, è un'offesa.
È dal prossimo che ci vengono la vita e la morte. Perché se guadagniamo il fratello, è Dio che guadagniamo; e se scandalizziamo il fratello è contro Cristo che pecchiamo.
Nelle fauci del lupo nessuno ama il suo prossimo.