Che se il me è odioso, amare il proprio prossimo come se stessi diviene un'atroce ironia.— Paul Valéry
Che se il me è odioso, amare il proprio prossimo come se stessi diviene un'atroce ironia.
Il genio si muove nella follia, nel senso che si tiene a galla là dove il demente annega.
Il problema ai nostri tempi è che il futuro non è come è sempre stato.
Ci sono cose che si possono esprimere solo in una ganga di sciocchezze, con delle assurdità, delle contraddizioni. Sventura vuole che siano le più preziose.
La morte è scrutata solo da occhi viventi.
I libri hanno gli stessi nemici dell'uomo: il fuoco, l'umidità, il tempo e il proprio contenuto.
Chi ama il prossimo suo come sé stesso, o non conosce abbastanza il prossimo o non ama abbastanza se stesso.
Chi è il nostro prossimo? Colui che è vicino a noi, ma che non abbiamo ancora mai notato, che aspetta da noi il gesto di fiducia, di stima, di amicizia.
Uno va dal prossimo perché cerca se stesso, un altro, perché vorrebbe perdere se stesso.
È dal prossimo che ci vengono la vita e la morte. Perché se guadagniamo il fratello, è Dio che guadagniamo; e se scandalizziamo il fratello è contro Cristo che pecchiamo.
Il prossimo è facile odiarlo se sei forte amalo che a fare stragi siamo tutti Capaci.
Il nostro prossimo è tutto ciò che vive.
Non amare il tuo prossimo come te stesso: se sei in buoni rapporti con te stesso, è un'impertinenza, nel caso opposto, è un'offesa.
Chi si propone l'amore del prossimo senza l'amore a Dio, cerca se stesso.
Chi fa soffrire il prossimo fa male a sé stesso. Chi aiuta gli altri, aiuta sé stesso.