Non si può ridere di tutto e di tutti, ma ci si può provare.— Friedrich Nietzsche
Non si può ridere di tutto e di tutti, ma ci si può provare.
Vivere, in generale, vuol dire essere in pericolo.
Quelle ragazze che vogliono procurarsi col solo loro fascino giovanile una sistemazione per tutta la vita e la cui furberia viene ancor più aizzata da madri smaliziate, vogliono esattamente la stessa cosa delle etère, solo che sono più intelligenti e più disoneste di queste ultime.
Onorate e rispettate il sonno! Questa è la prima cosa! Ed evitate tutti quelli che dormono male e stanno svegli la notte! Perfino il ladro ha rispetto per il sonno: sempre sguscia via silenzioso nella notte.
Sei uno che sta a guardare? O uno che si mette all'opera? O uno che distoglie lo sguardo e si trae in disparte. Terzo caso di coscienza.
L'asceta fa una necessità della virtù.
Se dobbiamo credere ai nostri logici, l'uomo si distingue da tutte le altre creature per la facoltà di ridere.
Il riso è il profumo della vita di un popolo civile.
Molti uomini, a causa del riso, producono gioie illusorie: ma io odio i buffoni che per mancanza dei saggi hanno bocche senza freno, e non vanno verso armonia d'uomini, ma nel riso degne case abitano, e dalle navigazioni giungon salvi a casa.
Una risata slarga e riscalda il cuore, ha la fraternità della preghiera; chi sa ridere di ciò che rispetta e amare ciò di cui ride, incluso in primo luogo se stesso, è un giusto.
Il riso squassa il corpo, deforma i lineamenti del viso, rende l'uomo simile alla scimmia.
La giornata più perduta di tutte è quella in cui non si è riso.
Chi non sa ridere non è una persona seria.
Se non ci fossero le sofferenze degli altri a farci ridere, non rideremmo mai.
Cani che abbaiano talora mordono. Uomini che ridono non sparano mai.
Ridere di sé è facile, ridere del mondo un po' meno. Ridere, ridere solamente, impossibile.