Vivere, in generale, vuol dire essere in pericolo.
Se l'uomo percepisce la verità in uno stato di coscienza, vedrà ovunque solo la miseria e l'assurdità della vita e un grande disgusto lo assalirà.
In virtù della musica le passioni godono di sé stesse.
In procinto di contrarre un matrimonio bisogna porsi la domanda: credi tu di poter ben conversare fino alla vecchiaia con questa donna? Ogni altra cosa nel matrimonio è transitori, mentre la maggior parte del tempo della vita comune è presa dalla conversazione.
Si odono solo le domande alle quali si è in condizione di trovare una risposta.
La morale ha preservato dal nichilismo i falliti, conferendo a tutti un valore infinito, un valore metafisico, e inserendo tutti in un ordinamento che non concorda con quello della potenza e gerarchia terrena.
Viviamo in un secolo di urlatori, in cui anche la crociata contro l'urlo non si può fare che urlando.
Non si può scegliere il modo di morire. E nemmeno il giorno. Si può soltanto decidere come vivere. Ora.
Sogna in silenzio, ma vivi ad alta voce.
Ci sono cose che non si possono capire con la riflessione, bisogna viverle.
Viviamo come sogniamo, soli.
Si vive solo una volta, ma se lo si fa bene è sufficiente.
Si vive sempre troppo.
Nessuno s'accorga che tu sei vissuto.
Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza.
Certe persone vivono in lotta con altre, con sé stesse, con la vita. Allora si inventano opere teatrali immaginarie e adattano il copione alle proprie frustrazioni.