Il futuro della letteratura è nell'aforisma. Non può essere raccontato in un film.— Gabriel Laub
Il futuro della letteratura è nell'aforisma. Non può essere raccontato in un film.
Colui che non ha niente da perdere non ha nessuna ragione di essere pessimista.
Noi eravamo giovani, belli e stupidi. Adesso sfortunatamente siamo ancora giovani.
In un regime totalitario gli idioti ottengono il potere con la violenza e gli intrighi; in una democrazia, attraverso libere elezioni.
Uomini onesti si lasciano corrompere in un solo caso: ogniqualvolta si presenti l'occasione.
La debolezza dell'aforisma: considerare i lettori come adulti.
La letteratura non appartiene a nessun singolo uomo, e le traduzioni delle grandi opere dovrebbero forse essere fatte da un comitato.
La letteratura, che è arte coniugata al pensiero e realizzazione senza macchia della realtà, mi sembra che sia il fine cui dovrebbe tendere ogni sforzo umano, se fosse veramente umano, e non il superfluo della parte animale.
La letteratura è l'orchestrazione dei luoghi comuni.
La vita messa alle strette è speculare alla Letteratura in tutta libertà.
Ciò che non è in mezzo alla strada è falso, derivato, vale a dire: letteratura.
Per la letteratura realistica antica, la società non esiste come problema storico, ma tutt'al più come problema moralistico, e inoltre il moralismo si rivolge più all'individuo che alla società.
La letteratura produce risultati sensazionali per mezzo di un processo sensazionale.
Ci sono degli idoli di abbrutimento che servono al gergo di propaganda. La propaganda è la prostituzione dell'azione e per me e per la gioventù, gli intellettuali che fanno letteratura di propaganda sono cadaveri perduti per la forza della loro propria azione.
Mi chiedo se la letteratura non si stia ritirando dalla vita pubblica e se per i giovani scrittori Internet non rappresenti una sorta di parco giochi. In questo periodo assistiamo a una situazione di stallo, a una stagnazione cui il vocabolo "comunicazione" conferisce una certa aura.
Tutta la letteratura americana deriva da un libro di Mark Twain intitolato "Huckleberry Finn".