Nulla è più sciocco di un sorriso sciocco.— Gaio Valerio Catullo
Nulla è più sciocco di un sorriso sciocco.
Odio e amo.Tu forse me ne chiedi come io faccia.Non lo so. ma sento che ciò accadeed è la mia tortura.
Conviene al poeta ch'egli stesso sia casto e pio, ma non occorre che tali siano i suoi versi.
Povero Catullo, smetti di vaneggiare, e quel che vedi perduto ritienilo perduto.
Cenerai bene da me, mio Fabullo, se dio vorrà, uno di questi giorni: basta che porti una cena abbondante, squisita, dove non manchi una splendida ragazza e vino e sale e ogni allegria. Ripeto che così cenerai bene da me: ora la borsa di Catullo non ha che ragnatele.
Lui sorride. Per qualunque occasione, in ogni posto, qualunque cosa faccia, lui sorride. Ha questa malattia, poco elegante, mi pare, e neppure educata.
Oggi mi esercito a ridere per una buona ora, per meritarmi la fama di scrittore gaio che hanno voluto darmi.
Si conosce un uomo dal modo in cui ride.
Niente mi fa più ridere di chi vuol farmi ridere a qualunque costo.
Per il fatto che l'uomo è un animale capace di ridere, non si deve ridere sempre, proprio come il cavallo, che pur può nitrire, non nitrisce sempre.
A volte penso che: nel momento in cui uno ride, quello sia veramente un momento in cui si aprono le porte della percezione e l'Eternità entra in noi.
Risero alcuni di quel mutamento, ma egli li lasciava ridere e non vi badava; perché sapeva bene che molte cose buone, su questo mondo, cominciano sempre col muovere il riso in certa gente.
Riderà, riderà, riderà, tu falla ridere perché riderà, riderà, riderà, ha pianto troppo insieme a me.
Se volete riuscire con le donne, non le fate ridere.
Chi ha il coraggio di ridere è padrone del mondo.
Il riso è sacro. Quando un bambino fa la prima risata è una festa. Mio padre, prima dell'arrivo del nazismo, aveva capito che buttava male; perché, spiegava, quando un popolo non sa più ridere diventa pericoloso.