I monti sono nati per le zuccate che la Terra ha sempre dato contro il Cielo nel tentativo di emularlo.— Gengis Khan
I monti sono nati per le zuccate che la Terra ha sempre dato contro il Cielo nel tentativo di emularlo.
L'azione nata dalla rabbia è destinata a fallire.
Gli antichi si dilettavano a cantar la natura: fiumi, montagne, nebbia, fiori, neve, vento, luna. Bisogna armare d'acciaio i canti del nostro tempo. Anche i poeti imparino a combattere.
Grandi cose si compiono quando gli uomini e le montagne si incontrano.
Le folgori colpiscono i monti più alti.
Ho scritto i libri che non ha scritto, ho scalato le montagne che avrebbe voluto. Sono suo figlio perché ho ereditato i suoi desideri. Non si eredita il granaio, la casa, ma la penuria, il compito lasciato, la provvista mancata.
La montagna sembra sempre più vicina di quello che è.
Era un metodo a casaccio, ma il mondo era stato costruito a casaccio e la bellezza delle montagne, dei fiumi e dei tramonti può essere soltanto la vernice con cui l'artefice inesperto nasconde le giunture.
L'aria di montagna è come l'acqua liscia, è talmente leggera che dovresti respirarne a vagoni per sentire qualche odore.
Una montagna non può spaventare chi vi è nato.
Quando si affronta la montagna, è importante amarla. E per tornare vivo è importante essere amato dalla montagna.
Alcune vette, ergendosi più arditamente, bucavano le grigie nubi e riapparivano al di sopra dei mobili vapori, simili a scogli emersi in pieno cielo.