La montagna più alta rimane sempre dentro di noi.
La rappresentazione del tramonto, ossia quella specie di miracolosa irrealtà che il morire del giorno sa creare, e che, se il tempo non muta, si ripeterà il mattino seguente con il sorgere del sole.
Coraggio, soprattutto a livello individuale, è anche volontà civile e responsabile di non rassegnarsi all'incalzante degrado morale. E infine quella buona cosa che consiste nel saper pagare sulla propria pelle i propri errori: virtù assai rara oggigiorno ma per questo ancor più apprezzabile.
Morire di fame è assai meno doloroso che morire di non libertà.
La realtà è il cinque per cento della vita. L'uomo deve sognare per salvarsi.
Negli assoluti silenzi, negli immensi spazi, ho trovato una mia ragione d'essere, un modo di vivere a misura d'uomo.
Se non amate il mare, se non amate la montagna, se non amate la città... andate a quel paese!
Quando guardo una montagna aspetto sempre che si converta in vulcano.
Dalla vetta non si va in nessun posto, si può solo scendere.
Che ci faccio in montagna? Più ci vado e più mi accorgo di essere scarso. L'aumento di esperienza mi denuncia meglio i difetti. Conoscere non m'incoraggia, anzi mi pesa. L'esperienza accresciuta misura la mia insufficienza.
Quando una donna vuole una cosa, tremano le montagne, si muovono le maree, quando una donna vuole un uomo trema l'universo intero.
La montagna è per me un luogo deserto dove si vede il mondo com'era senza di noi e come sarà dopo.
Quando guardo le montagne ho i sentimenti delle montagne dentro di me: li sento, come Beethoven che sentiva i suoni nella testa quando era sordo e compose la Nona sinfonia. Le rocce, le pareti e le scalate sono un'opera d'arte.
Per l'uomo la montagna è una figura paterna con cui misurarsi.
Una montagna non può spaventare chi vi è nato.
Quassù ritrovo l'aria, l'ispiro così forte che finalmente so cos'è l'ispirazione per un artista. È aria venuta da lontano, respirata prima da alberi e da generazioni.