Ma ciò che chiamiamo disperazione è in realtà la dolorosa impazienza della speranza non alimentata.— George Eliot
Ma ciò che chiamiamo disperazione è in realtà la dolorosa impazienza della speranza non alimentata.
Che viviamo a fare, se non per renderci la vita meno complicata a vicenda?
La vita si misura dalla rapidità del cambiamento, dalla successione delle influenze che modificano l'essere.
L'importante lavoro di mandare avanti il mondo non aspetta di essere fatto dagli uomini perfetti.
Beato l'uomo il quale, non avendo nulla da dire, si astiene dal dimostrare con le parole l'evidenza del fatto.
Il silenzio è l'ultimo sforzo dell'anima ricolma, che non può più dire nulla.
Essere privi di speranza non significa disperare.
Che si può fare dell'amore quando raggiunge questi livelli di disperazione, impotenza e concentrazione folle? Qualcosa verrà senz'altro a demolirlo.
Per quanto una situazione possa sembrare disperata, c'è sempre una possibilità di soluzione. Quando tutto attorno è buio non c'è altro da fare che aspettare tranquilli che gli occhi si abituino all'oscurità.
Poiché ricordo, dispero. Poiché ricordo, ho il dovere di respingere la disperazione.
Non disperare. Ogni sconfitta getta i semi della vittoria.
In nessuna epoca le gioie sono state superiori ai dolori quindi in nessuna epoca sarebbe stato bello vivere.
Senza amore di sé neppure l'amore per gli altri è possibile.
Il contrario della speranza è la disperazione, la resa totale. L'unico peccato per il quale non c'è perdono, né in terra né in cielo.
Essere allegri non significa necessariamente essere felici, talvolta si ha voglia di ridere e scherzare per non sentire che dentro si ha voglia di piangere.