In ogni addio c'è un'immagine della morte.— George Eliot
In ogni addio c'è un'immagine della morte.
È ciò che amiamo, o "come" amiamo che rende vera una storia d'amore?
L'inizio di una conoscenza, che sia di persone oppure di cose, consiste nell'ottenere un contorno definito della nostra ignoranza.
Se la giovinezza è la stagione della speranza, lo è spesso solo nel senso che i più anziani sono pieni di speranza per noi.
Il fuoco migliore non è quello che divampa più rapido.
Sta arrivando un'elezione. Viene dichiarata la pace universale, e le volpi hanno un sincero interesse nel prolungare la vita del pollame.
Certamente si deve morire, ma la morte viene associata a una "vecchiaia" vissuta come un evento molto lontano che non ci riguarda da vicino.
Chissà se ciò che è chiamato morire è vivere, oppure se vivere è morire.
Noi diciamo la morte per semplificare, ma ce ne sono quasi quante le persone.
La morte è così poco temibile che proprio per merito suo non dobbiamo temere nulla.
L'uomo è un pacco postale che la levatrice spedisce al becchino.
Vado a cercare un Grande Forse.
Andai nei boschi per vivere con saggezza, vivere in profondità e succhiare tutto il midollo della vita, per sbaragliare tutto ciò che non era vita e non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto.
Viviamo forse noi uomini per abolire la morte? No, viviamo per temerla e poi amarla e appunto per amor suo questo nostro po' di vita arde talvolta di luce così bella per qualche istante.
Gli dei nascondono agli uomini la dolcezza della morte, affinché essi possano sopportare la vita.
I morti si nutrono di giudizi, i viventi di amore.